L’importanza di difendere la Porta-Sud della Svizzera

L’importanza di difendere la Porta-Sud della Svizzera

Dal Mattino della Domenica del 17 aprile 2016
Flussi migratori: l’estate 2016 si profila calda e dovremo farci trovare pronti 

Tutti noi abbiamo ancora ben impresse nella nostra mente le immagini dell’emergenza migratoria dell’estate del 2015, quando il Ticino è stato confrontato con una notevole pressione causata in particolare dalle decisioni prese dagli Stati a noi confinanti, che hanno reso il Ticino l’unica porta aperta verso il nord dell’Europa. Uno scenario preoccupante che potrebbe ripetersi nel 2016, con una portata se possibile ancora maggiore. Sì perché gli scenari prospettati dalla Confederazione non sono propriamente quelli previsti dall’Italia. Nella scorsa settimana ho avuto modo di discutere a Roma di questa tematica con alcuni rappresentanti del Ministero degli affari esteri e del Ministero dell’interno dello Stato italiano, i quali mi hanno confermato che nei primi mesi del 2016 il numero dei migranti è fortemente aumentato rispetto all’anno scorso; una tendenza che porterebbe al raddoppio degli arrivi rispetto al 2015. Dati che confermano tutte le mie preoccupazioni, che ho di recente portato all’attenzione del Consiglio federale e degli altri Cantoni. Il rischio è concreto, in particolare a seguito della chiusura della via balcanica. Un rischio per il quale occorre prendere delle misure al fine di prevenire delle ripercussioni negative sul nostro territorio.

Crisi reale, risposte concrete

Non si tratta affatto di falso allarmismo, ma di essere pronti a gestire situazioni di emergenza e di crisi reali; situazioni che devono essere assolutamente anticipate poiché, una volta che esse si verificano, risulta infatti essere troppo tardi. In quest’ottica, è fondamentale adoperarsi per difendere quella che, come non smetterò mai di ripetere, rappresenta la Porta-Sud della Svizzera. Per questo motivo sono soddisfatto della disponibilità dimostrata dal Dipartimento della difesa diretto dal Consigliere federale Parmelin, che ha deciso di adeguare la date dei corsi di ripetizione di alcune formazioni militare allo scopo di poter appoggiare le Autorità civili nelle gestione dell’emergenza migratoria. Un supporto essenziale, a prova della comprensione da parte del Consigliere federale UDC delle problematiche cui il nostro Cantone è confrontato. Inoltre, è pure importante che, sulla spinta delle preoccupazioni del nostro Cantone sottolineate alle Autorità federali, sia stato previsto nella pianificazione che la Segreteria di Stato della migrazione operi anche durante il fine settimana, che rappresenta il periodo più caldo durante il quale si registra il maggior numero di arrivi al nostro confine.

Non solo preparare l’accoglienza, anche studiare misure drastiche

L’aspetto fondamentale è che al centro di queste discussioni vi sia sempre la tutela della sicurezza e dell’ordine pubblico del nostro Paese e di tutti i cittadini, messa a repentaglio da queste situazioni d’emergenza. Situazioni che purtroppo non possono essere risolte con il solo buonismo. Per questo mi sono rivolto più volte ai Consiglieri federali titolari dei dossier specifici chiedendo spiegazioni, prese di posizione e misure concrete, tra cui anche l’intensificazione dei controlli alla frontiera sui migranti e altre misure per frenare l’afflusso dei migranti verso la Svizzera. Giovedì scorso, nell’ambito della Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia è stata riconosciuta la bontà delle mie riflessioni, visto che altri colleghi hanno risposto positivamente alle nostre proposte. Un passo nella giusta direzione, ma chiederò a Berna ancor di più affinché la Svizzera non rimanga l’unica porta aperta per i migranti dal Mediterraneo verso il Nord Europa. Per la sicurezza del Ticino e dell’intera Svizzera, per il benessere dei nostri cittadini.

17Norman Gobbi

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