«Sono state date false aspettative»

«Sono state date false aspettative»

Il presidente del Consiglio di Stato ticinese commenta le decisioni adottate da Berna: «La Pasqua è oramai compromessa nel senso che non si potrà mangiare nei ristoranti, ma sarà possibile pernottare da noi e per questo faremo un richiamo affinché i turisti rispettino le regole» 

Tutto come da copione. Il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi non è affatto sorpreso della decisione presa dal Consiglio federale. «Era prevedibile. Già la scorsa settimana tre dei quattro indicatori presi in considerazione non erano favorevoli a una politica di allentamento delle misure. Va però ricordato che ci saranno dei settori – come la ristorazione e quello culturale e del tempo libero – che rimarranno chiusi per oltre cento giorni. Un elemento, questo, che andrà considerato in vista di ulteriori misure di sostegno». «La risposta della popolazione rimane il punto centrale», sottolinea Gobbi. «L’autorità politica può sì introdurre alcune regole, ma se dall’altra parte non c’è adesione, rimangono vuote. Per questo motivo è fondamentale far passare il messaggio che la situazione è ancora fragile dal punto di vista epidemiologico ed è per questa ragione che la Confederazione ha preferito attendere ancora prima di riaprire». «Il disorientamento c’è – ammette il presidente del Consiglio di Stato -. L’errore è stato dare false aspettative a settori come la ristorazione, la cultura e il tempo libero. Aspettative che sono state deluse appena sette giorni dopo. Questi settori, ancora una volta, vedono confermate le chiusure per un altro mese. La loro sopportazione è evidentemente al limite, e la stessa cosa vale per la popolazione, che vuole legittimamente tornare alla normalità, a godersi un film o uno spettacolo. O semplicemente tornare a sedersi al tavolo di un ristorante». Se per quattro settimane si dovrà aspettare ancora, secondo il presidente del Governo «è importante che al termine di questo periodo vi siano delle risposte e che la popolazione non debba subire ulteriori limitazioni. Quello che possiamo fare è continuare a essere solidali, mostrare un reciproco sostegno e rispettare le regole». Il prolungamento delle misure restrittive suona un po’ come una beffa, a fronte del pienone di turisti atteso per le festività pasquali. «Se lo scorso anno l’invito a non venire in Ticino era giustificato, perché era tutto chiuso, questa volta gli alberghi saranno sì aperti, ma non ci sarà molto da fare, se non godere del nostro bel territorio», ammette Gobbi. «È fondamentale però, anche in vista delle riunioni famigliari per Pasqua, continuare a essere prudenti. Il Consiglio federale si è infatti detto preoccupato per la situazione epidemiologica e per una possibile terza ondata, anche se le cifre, per il momento, rimangono piuttosto contenute». Ai turisti, ma anche alla popolazione, Gobbi rinnova l’appello alla responsabilità individuale: «Dobbiamo rispettare le regole e proteggerci, solo in questo modo potremo garantirci le libertà». «Libertà che, pur limitate, – sottolinea Gobbi – sono comunque maggiori in Svizzera rispetto ai Paesi vicini, in primis l’Italia, dove al momento non ci si può nemmeno spostare da un Comune all’altro».

Da www.cdt.ch

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Gobbi: “Nessuna sorpresa”

Il presidente del Governo ticinese sulla decisione odierna del Consiglio federale: “Tre su quattro indicatori non erano soddisfatti”

“Non sono sorpreso dalle decisione del Consiglio federale, tre su quattro indicatori fissati per procedere con le riaperture non erano soddisfatti”. Così il presidente del Governo ticinese Norman Gobbi ha commentato la decisione odierna del Consiglio federale di non procedere con ulteriori aperture.
“Il passo falso è stato quello di sollevare delle legittime aspettative in settori come la ristorazione. È un elemento che dobbiamo considerare, viste le sofferenze vissute”, ha aggiunto.
“La Pasqua, per certi versi, è oramai compromessa: ci sarà la possibilità di pernottare nelle nostre strutture alberghiere, ma non di mangiare al ristorante”, ha concluso Gobbi.

https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Gobbi-Nessuna-sorpresa-13918216.html

Da www.rsi.ch/news

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Gobbi: ‘Temiamo per la tenuta sociale della popolazione’
Il presidente del Consiglio di Stato non è sorpreso per la dilazione sulle riaperture di ristorazione e attività ricreative. ‘Pensiamo a una riedizione del sostegno al turismo interno’

«Che il Consiglio federale fosse timido sulle riaperture, lo avevamo capito già la scorsa settimana dove sottolineava la possibilità di una terza ondata. Non siamo sorpresi, quindi». Così Norman Gobbi, presidente del consiglio di Stato. «Dei quattro indicatori che il governo tiene sono controllo per valutare l’evoluzione della pandemia, tre sono negativi nel senso che non permettono di allentare le restrizioni in atto», continua Gobbi che sottolinea come il settore della ristorazione e del tempo libero rimarrà chiuso per oltre 100 giorni. «Più di 160 se si tiene conto anche dello scorso anno». In pratica sei mesi di stop forzato. Una situazione che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza di molte attività economiche. «È la preoccupazione principale che abbiamo come governo tanto che potremo valutare, come fatto del resto l’anno scorso, una riedizione del sostegno dato al settore turistico», anticipa Gobbi. «Ne dobbiamo ancora parlare compiutamente», precisa il presidente del consiglio di Stato.

Non ci resta di aspettare allora il 14 aprile per capire come e quando si tornerà alla normalità? «Questo è un po’ l’aspetto discordante rispetto a quanto ipotizzato la scorsa settimana, ovvero di una rianalisi della situazione ogni quindici giorni. Significa che il Consiglio federale ha davvero paura di questa terza ondata che in questo momento, secondo me, guardando i dati non è visibile. L’aumento dei casi è ancora abbastanza regolare e non esponenziale. Il grosso cambiamento è che l’aumento più importante è stato registrato tra i giovani e giovanissimi», aggiunge Gobbi.

«Dobbiamo ancora avere pazienza, ma soprattutto capacità di sopportazione. Mi preoccupa la tenuta sociale della popolazione, percepiamo che le persone incominciano a essere stanche di questa situazione ed è comprensibile. La campagna sulla salute psichica avviata del Dss va proprio nella direzione di dare sostegno a chi ha bisogno», precisa il presidente del governo ticinese che ricorda le iniziative di alcuni comuni ticinesi di indossare la mascherina protettiva anche nei luoghi pubblici. «Per Pasqua sono attesi molti turisti, visto che gli alberghi per fortuna sono aperti, ed è giusto ricordare di essere sempre e vigili».

Da www.laregione.ch