Targhe, meno 5% per tutti

Targhe, meno 5% per tutti

Servizio all’interno dell’edizione di mercoledì 11 luglio 2018 de Il Quotidiano
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Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 12 luglio 2018 de La Regione

A preventivo per l’anno prossimo saranno quindi inseriti 107,5 milioni, anziché 112,5
Chiunque possieda un veicolo immatricolato in Ticino, nel 2019 – e nei prossimi anni – pagherà un po’ di meno l’imposta di circolazione. La riduzione, ha reso noto ieri il governo, si aggirerà attorno al 5 per cento, ed è stata decisa dal Consiglio di Stato in seguito a tre sentenze, emesse in gennaio, della Camera di diritto tributario del Tribunale d’appello. Sentenze che hanno accolto parzialmente i ricorsi di tre conducenti, rappresentati dal Fronte automobilisti Ticino, che lamentavano un incremento dell’imposta di circolazione prevista per il 2017 – e versata in eccesso anche per l’anno in corso – dovuto al nuovo sistema di calcolo degli ecoincentivi, con la riduzione del numero di chi può beneficiare di questo bonus, stabilito dal governo nell’ambito della manovra di risanamento del 2016. L’idea iniziale del Dipartimento delle istituzioni (Di) era di prevedere un rimborso per tutti coloro che hanno visto aumentare la tassa oltre il limite del 10 per cento, limite fissato dal Tribunale. Costo stimato, tra gli otto e i nove milioni. È comunque soddisfatto Norman Gobbi, direttore del Di, che rileva come quella decisa sia «una soluzione di compromesso che soddisfa tutti, magari con diverse sfumature, ed è anche più facile da attuare». Già, perché, continua Gobbi, «in Consiglio di Stato abbiamo optato per una diminuzione del prelievo di 5 milioni annui su tutti i detentori di autoveicoli, e non in maniera puntuale su chi avrebbe beneficiato degli aumenti ritenuti eccessivi dal Tribunale». Decisione, questa, presa «sì per una semplicità di comunicazione, ma soprattutto per la praticità e la sostenibilità dell’operazione, visto che calcolare il rimborso puntualmente per il 2017 e il 2018 quando i proprietari possono cambiare i veicoli diventava, amministrativamente, troppo oneroso». La soddisfazione del direttore delle Istituzioni è dovuta anche al fatto che «questa restituzione non sarà una tantum ma duratura nel tempo», e farà il paio con il nuovo sistema di calcolo per l’imposta di circolazione. Che non arriverà, comunque, prima del 2020. «Durante l’estate i tecnici finiranno le simulazioni sui vari modelli – annota Gobbi – poi il Consiglio di Stato elaborerà una proposta». Che terrà conto anche del fatto che le immissioni di CO2 diminuiscono, «e che il mercato automobilistico si sta orientando in questa direzione. La domanda di fondo che porremo sarà se mantenere il sistema degli ecoincentivi come deciso ormai dieci anni fa, o se oggi il mercato è abbastanza maturo e sta andando da solo verso un parco veicoli più efficace dal punto di vista ambientale, energetico e di emissioni». Se Gobbi è soddisfatto, lo è molto meno Fiorenzo Dadò, presidente del Ppd che, da noi raggiunto, commenta come questa decisione sia «un piccolo, minuscolo passo nella giusta direzione, ma insufficiente». Di più. «Noi abbiamo lanciato due iniziative: una per la restituzione completa degli aumenti, e parliamo di poco meno di 30 milioni; l’altra per la modifica completa della base di calcolo, perché il Ticino è il cantone più tartassato». Questa decisione del Consiglio di Stato, commenta Dadò, «la valuteremo, ma evidentemente siamo ancora parecchio distanti tra quanto proposto e il tenore della nostra iniziativa». La riduzione del 5 per cento, va da sé, per il presidente del Ppd «è davvero insufficiente. Se si troverà un punto d’intesa con il Gran Consiglio bene, sennò chiameremo la popolazione alle urne. Le nostre due iniziative restano in piedi».

 

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 12 luglio 2018 del Corriere del Ticino

Circolazione: uno sconto che vale 5 milioni
Con l’imposta del 2019 gli automobilisti beneficeranno di una riduzione media del 5% sull’importo dovuto.
Il cambio di rotta determinerà anche il prelievo futuro – Gobbi: «Una risposta indiretta alle iniziative PPD»

Il dossier era sul tavolo del Consiglio di Stato da alcune settimane e ieri si è sbloccato. Quale risposta alla decisione della Camera di diritto tributario del Tribunale d’appello, che a inizio anno aveva accolto parzialmente tre ricorsi contro l’aumento delle imposte di circolazione per gli anni 2017 e 2018, si procederà a uno sconto generalizzato per tutti gli automobilisti. A beneficiare di una riduzione media del 5% sull’importo dovuto per il 2019 non saranno dunque unicamente i ricorrenti e quei detentori di veicoli confrontati con la stangata decisa lo scorso anno. Una proposta, quella del rimborso diretto, avanzata in gennaio dal Dipartimento delle istituzioni e che prevedeva il rimborso solo dei cittadini penalizzati, con un alleggerimento delle casse cantonali di 8 milioni (4 sul fatturato del 2017 e 4 su quello del 2018). Il Governo, come detto, ha però voluto correggere in parte il tiro. E dopo aver analizzato le possibili modalità di restituzione, «al fine di garantire la stabilità a lungo termine delle finanze cantonali» ha deciso di «ridurre di cinque milioni di franchi l’importo totale prelevato ogni anno tramite le imposta di circolazione delle automobili». Uno sconto che interesserà tutti, dunque, e che – tenuto conto della citata riduzione media del 5% – avrà i suoi primi effetti sul Preventivo 2019 dove sono stati inseriti «107,5 milioni di franchi, al posto dei 112,5 milioni inizialmente previsti». Nel 2018, lo ricordiamo, le automobili in circolazione registrate a Camorino hanno toccato le 227.908 unità.

Nuova formula in arrivo
A cosa è dovuta, quindi, la differenza di vedute tra Dipartimento ed Esecutivo? «Alla base di questa scelta c’è la volontà di introdurre una correzione che sia duratura nel tempo e non una tantum» spiega il direttore delle Istituzioni Norman Gobbi: «Alla fine – aggiunge – si tratta di una soluzione anche più economica rispetto al rimborso puntuale. Quest’ultima modalità di restituzione avrebbe in effetti comportato non poche difficoltà procedurali e di conseguenza un incremento degli oneri amministrativi. Si pensi ad esempio ai casi di chi tra il 2017 e il 2018 ha deciso di cambiare il proprio veicolo». Per contro, sottolinea Gobbi, «una misura generalizzata può apparire meno soddisfacente ma quantomeno risulta più solida dal punto di vista legale». Sì perché l’Esecutivo ha fatto anche sapere che la diminuzione di 5 milioni del prelievo d’imposta «sarà inserita nel Preventivo 2019 tramite un apposito decreto legge». Ma non solo. «Quella del Governo è anche una risposta indiretta alle iniziative popolari del PPD, tutt’ora pendenti, per le quali sarà presentato un controprogetto nei prossimi mesi» precisa Gobbi. Per poi annunciare: «Le successive risposte ai cittadini arriveranno con il nuovo sistema di calcolo dell’imposta di circolazione. E in quest’ambito sarà importante capire se il vigente modello basato sugli ecoincentivi rimarrà, o se come altri Cantoni abbandoneremo questa leva e punteremo su altre modalità per ottenere una diminuzione generalizzata delle emissioni. Un trend, questo, al quale per altro contribuisce il progressivo sviluppo tecnologico del parco automobilistico». La prima versione della nuova formula presentata negli scorsi mesi dal Dipartimento prevedeva però ancora, quale variabile per il calcolo d’imposta, il valore delle emissioni. «Il mantenimento o meno di questo principio – per premiare quei veicoli più efficienti – rientra nelle varianti sulle quali dovrà esprimersi il Governo. Entro la fine dell’estate, finalizzati gli ultimi calcoli, la proposta definitiva dovrebbe essere pronta».
E sempre a proposito di bonus e malus. Con la mossa dello sconto generalizzato il Consiglio di Stato non viene meno al principio di neutralità finanziaria su cui si fonda l’attuale sistema di prelievo dell’imposta di circolazione? abbiamo chiesto al consigliere di Stato. «No perché l’intervento va a ridurre il prelievo fluttuante dei bonus/malus ma – in proporzione – l’importo base di ciascuna imposta». In ogni caso, ribadisce Gobbi, «il principio della neutralità finanziaria, fissato oggi nella legge, sarà uno degli elementi d’annullare con il nuovo sistema di calcolo».

 

 

 

 

 

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