Alle urne tre ‘sì’, futuro del Ticino a cento Comuni

Alle urne tre ‘sì’, futuro del Ticino a cento Comuni

Dalla popolazione via libera alle aggregazioni in Leventina e nel Malcantone

Doppio sì in Leventina ai progetti aggregativi Bodio-Giornico e Quinto-Prato Leventina. Chiamata ieri alle urne per la votazione consultiva, la popolazione dei quattro comuni ha nettamente approvato le relative proposte, dando così il proprio via libera alla costituzione dei due nuovi enti locali. La legislatura corrente durerà un anno in più per permettere al Gran Consiglio di esprimersi sul messaggio governativo e ai servizi locali di preparare l’unione a due che verrebbe siglata nel 2025 con la nascita dei nuovi Comuni. Cominciando dalla Bassa Leventina, a Bodio i ‘Sì’ si attestano al 68,47% con 152 voti favorevoli, mentre i ‘No’, 70, si fermano al 31,53%. Risultato ancora più schiacciante a Giornico, dove i favorevoli sono stati 254 (74,49%) e i contrari 87 (25,51%). Complessivamente il progetto è stato accolto nella misura del 72,11%, a fronte di 406 ‘Sì’ e 157 ‘No’. Partecipazione al voto del 65,27% a Giornico, mentre a Bodio solo del 51,47% (su 443 iscritti in catalogo hanno votato in 228). Ricordiamo che questo progetto aggregativo (che darebbe vita a un Comune di circa 1’700 abitanti) è nato dopo l’affossamento, nel febbraio del 2022, di quello denominato Sassi Grossi, che oltre ai due Comuni citati comprendeva anche Pollegio e Personico, la cui popolazione si era però detta contraria.
Risultato netto anche in Alta Leventina: 316 ‘Sì’ e 142 ‘No’ a Quinto, 145 ‘Sì’ e 64 ‘No’ a Prato Leventina. Tradotto: fusione accolta con il 69% nel primo comune e con il 69,38% nel secondo. In totale il progetto ha incassato 461 voti favorevoli (69,12%) e 206 contrari (30,88%). Partecipazione al voto più alta rispetto alla Bassa Leventina: 70,68% a Quinto e 76,34% a Prato Leventina.

Spaccatura in Consiglio comunale, non alle urne
In Bassa Leventina il Comune si chiamerà ‘Giornico’ (già definito prima della votazione odierna), mentre in alta valle la popolazione ha scelto ‘Quinto’ con 328 preferenze rispetto alle 290 per il nome Quinto-Prato.
A Quinto si osserva in particolare un massiccio sostegno alla fusione che non si allinea alla spaccatura politica all’interno del Consiglio comunale, dove il progetto aggregativo era stato accolto per un solo voto scontrandosi con la contrarietà dei consiglieri del Centro e di Quinto ’21 (favorevole invece il partito di maggioranza del Plr), dell’avviso che una fusione per dare vita a un nuovo Comune di 1’500 abitanti non sia una vera opportunità, da ricercare piuttosto nell’unione dell’intera Alta Leventina (con anche Dalpe, Bedretto e soprattutto Airolo). Scenario peraltro auspicato dal Dipartimento del territorio e inserito nel Piano cantonale delle aggregazioni. Un tentativo in questo senso era stato fatto dai Municipi di Prato e Quinto, che avevano deciso di andare avanti da soli dopo la risposta negativa degli esecutivi degli altri tre Comuni.

La soddisfazione dei quattro sindaci
Tra i sindaci dei quattro comuni regna ovviamente la soddisfazione, e anche un po’ di stupore per un risultato che va forse oltre le aspettative. «Eravamo fiduciosi ma non ci aspettavamo un risultato così netto – dice Stefano Imelli, sindaco di Bodio –. Il sentimento odierno è soprattutto di gratitudine nei confronti della popolazione per aver saputo guardare con coraggio al futuro, lasciando da parte il proprio campanile e ascoltando chi da tempo sottolineava la necessità di un’aggregazione». Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Giornico Rosolino Bellotti. «Con oltre il 74% di ‘Sì’ il risultato è decisamente chiaro. D’altronde se si vuole guardare avanti non c’erano alternative. I contrari non hanno mai espresso un’alternativa valida. Ora bisognerà rimboccarsi le maniche per lavorare bene per preparare in maniera adeguata la nascita del nuovo Comune».

Molto soddisfatto anche il sindaco di Quinto, Aris
Tenconi . «Era difficile prevedere un risultato così netto. Significa che la popolazione ha capito la situazione in cui siamo e la necessità di unire le forze», afferma, felice per l’esito di una votazione che, rispetto alle divergenze di opinioni in Consiglio comunale, «rispecchia il parere positivo emerso in particolare durante la giornata di studio che ha coinvolto gli abitanti». Un po’ sorpreso anche il sindaco di Prato Leventina Davide Gendotti.
«Noto con piacere un voto razionale e responsabile. Ora c’è ancora tanto da lavorare e ci impegneremo affinché anche il 30% dei contrari possa ricredersi sulla necessità di questa fusione». Il Dipartimento delle istituzioni (Di) prende atto con soddisfazione dei risultati delle odierne votazioni consultive, che rappresentano un ulteriore passo verso l’attuazione delle due fusioni. Prossimamente, si legge ancora nella nota, il Di presenterà al Consiglio di Stato le proposte di messaggio per i due progetti aggregativi.

Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 27 novembre 2023 de La Regione

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Benvenuti Lema, Giornico e Quinto «Ripagheremo la grande fiducia»
Approvati alle urne con percentuali oltremodo significative i progetti di unione in Malcantone e in bassa e alta Valle Leventina Soddisfatti i presidenti delle commissioni di studio – Pozzi: «Ora subito al lavoro» – Imelli: «Un segnale chiaro» – Tenconi: «È solo il primo passo»

Tre su tre. Ed il Ticino si ritrova con 100 Comuni. È stata una domenica da en plein quella di ieri. Una giornata perfetta che ha visto nascere i Comuni di «Lema», «Giornico» e «Quinto». Tutti e nove gli enti locali interessati dai matrimoni (cinque in Malcantone e quattro fra bassa ed alta Leventina) hanno accolto le entità territoriali che ufficialmente vedranno la luce con le prime storiche elezioni in agenda nella primavera 2025. L’attuale legislatura, infatti, verrà prorogata; ciò significa che il 14 aprile prossimo non si dovrà andare alle urne come nel resto del nostro Cantone. Nel complesso, i progetti aggregativi sono stati accolti con percentuali comprese tra il 69,12% di «Quinto» ed il 73,28% di «Lema ». Nel mezzo il 72,11% di «Giornico». Anche la partecipazione al voto è stata importante. Risultati significativi, che si commentano da soli, insomma. La popolazione aveva voglia di unione, dando seguito in questo modo alle scelte fatte dalle rispettive istituzioni che nelle nozze ci credevano eccome. E che sono state ripagate dai cittadini. Alla grande.

Gli ingredienti giusti
Dalle urne è uscito un verdetto chiaro: il nuovo Comune di «Lema» si farà. I cittadini di Astano, Novaggio, Curio, Bedigliora e Miglieglia si sono espressi a favore del matrimonio allargato con il 73,28% di schede favorevoli (exploit ad Astano e Miglieglia con un sonoro 90%), dando così fiducia alla Commissione di studio che aveva allestito e curato il progetto aggregativo.
Fin dall’inizio, le premesse per la fusione c’erano tutte: i cinque Esecutivi (la gerenza di Astano e i quattro Municipi, n.d.r.) hanno sempre ritenuto che unire le forze fosse un passo più che necessario e gli incontri informativi organizzati nei vari Comuni come avvicinamento al voto sono stati ben frequentati dalla popolazione. Anche il Consiglio di Stato aveva contribuito a sostenere il progetto con 7,2 milioni di franchi. E il risultato andato in scena ieri è l’unione di tutti questi ingredienti. «Siamo soddisfatti che il lavoro svolto sia stato capito e soprattutto che ci è stata data fiducia – raggiungiamo al telefono il sindaco di Novaggio Andrea Pozzi, mentre si trova a Bombinasco per festeggiare insieme ai membri della Commissione di studio -. Adesso dobbiamo lavorare per ripagare questa fiducia con un progetto ben articolato che diventi realtà nel 2025». Buona la seconda, quindi, per i Comuni del Medio Malcantone. La partecipazione al voto è stata del 61,28%.

L’exploit di Astano
Nel 2004, quindi quasi vent’anni fa, un progetto simile era stato affossato in votazione perché accolto solo da Bedigliora e Miglieglia. I tempi sono cambiati, così come le priorità e il consenso da parte degli abitanti e di alcuni Municipi. Ma torniamo per un momento alle percentuali, favorevoli e schiaccianti, di Astano (90,63%) e Miglieglia (90,28%). «Astano è un Comune in gerenza con seri problemi di rappresentanza politica – prosegue Pozzi -. Miglieglia, per contro, ha un sindaco che ha sempre portato avanti questa visione aggregativa. Anche le percentuali di Bedigliora, Curio e Novaggio sono buone. Quest’ultimo, che è il paese più popoloso e quello che offre di più a livello di immagine, aveva più possibilità di vedere cittadini con dubbi o perplessità. Alla fine, però, tutti hanno capito che è meglio essere uniti ». L’ultima parola, ora, spetta al Gran Consiglio, ma non dovrebbero esserci particolari sorprese (si veda l’articolo in basso).

Al di là delle aspettative
Un risultato così chiaro non se l’aspettavano i presidenti delle commissioni di studio dei nuovi Comuni di «Giornico» e «Quinto», rispettivamente Stefano Imelli e Aris Tenconi. Se è pur vero che in questi mesi non si erano palesati pubblicamente dei cittadini contrari alle due aggregazioni, d’altro canto non era scontato che i progetti potessero essere approvati a larghissima maggioranza: con il 72,11% nel primo caso e con il 69,12% nel secondo. «A livello complessivo c’è grande soddisfazione. Certo, rispetto alla votazione del 13 febbraio 2022 su ‘Sassi Grossi’, che comprendeva anche Personico e Pollegio, il sostegno è un po’ calato (a Bodio e Giornico i sì raggiunsero infatti ben l’81% e l’84%; n.d.r.), tuttavia ritengo che sia normale, trattandosi appunto di un’unione a due e non più a quattro», esordisce il sindaco di Bodio e presidente della commissione Stefano Imelli, la cui popolazione ha dato luce verde al neonato paese con il 68,47% rispetto al 74,49% di Giornico.

«Non sarà una passeggiata»
Sono comunque percentuali significative, alla pari di quella riguardante la partecipazione (58,95%). Teme che le critiche che non ci sono state finora possano emergere nella fase di avvio del nuovo Comune che conterà circa 1.700 abitanti e beneficerà di un aiuto dal Cantone di 3 milioni? «Non credo. Non va però negato che il sentiero sarà in salita alla luce delle sfide che si profilano all’orizzonte. Ma è un percorso che potremo affrontare assieme, con più tranquillità e in modo migliore, essendo maggiormente attrezzati. Di questo sono pienamente convinto ». Il nostro interlocutore, che si è già detto pronto a candidarsi nella primavera 2025 alle prime elezioni (quale rappresentante de Il Centro, ovviamente, così come l’omologo di Giornico Rosolino Bellotti), chiude con un «ringraziamento di cuore ai cittadini di entrambi i paesi. Hanno guardato al futuro e alle opportunità, invece che al campanilismo. Questo è davvero uno splendido segnale. E mi lasci infine dire che mi fa piacere che si sia aggregata pure l’alta Leventina e non solo noi», conclude Imelli.

Lo stimolo a fare bene
Eccoci, allora. Ci spostiamo a nord, dove troviamo un raggiante Aris Tenconi, sindaco di Quinto e alla testa della Commissione di studio. «Quanto scaturito dalle urne va oltre le più rosee aspettative. Il risultato premia il lavoro svolto finora e dà una spinta ulteriore a chi sarà chiamato ad amministrare il nuovo Comune, che potrà agire con serenità», rileva il nostro interlocutore. A Quinto i sì sono stati pari al 69%, percentuale di poco superiore a Prato Leventina (69,38%); ha espresso complessivamente il proprio voto il 72,35% degli aventi diritto. Nel segreto dell’urna bisognava scegliere pure il nome del paese di 1.350 abitanti e che potrà contare sul contributo del Governo di 1,7 milioni, con un possibile aiuto complementare fino a mezzo milione per iniziative particolarmente significative dal profilo del progresso in ambito socioeconomico e territoriale. Per 328 a 290 l’ha spuntata «Quinto» su «Quinto-Prato». Come se la spiega questa differenza che non è così ampia come si poteva immaginare? «La popolazione di Quinto ha capito che bisogna tener conto di tutti. La mentalità già c’è, considerando che il nostro villaggio ha ben 15 frazioni e nessuna è mai stata dimenticata. Sarà così anche in prospettiva».

Le prospettive future
Secondo il Consiglio di Stato questo primo matrimonio dovrà essere seguito da altri, sulla falsariga di quanto fatto a Faido, Comune che si è unito in tre distinte tappe (2005, 2011 e 2015). Il riferimento è pertanto ad Airolo, Bedretto e Dalpe. «A mio avviso, a medio-lungo termine, in Leventina ci dovranno essere solo tre Comuni: in bassa, media ed alta valle. Musica di domani, però. Al momento mi godo questa giornata di festa. Oltretutto perfetta alla luce del sì all’aggregazione fra Bodio e Giornico », chiosa Aris Tenconi (PLR), il quale è pronto a rimettersi in gioco alle elezioni del 2025, alla pari del sindaco di Prato Davide Gendotti, pure lui PLR.

Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 27 novembre 2023 del Corriere del Ticino

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Il Ticino a 100 comuni che “non era immaginabile”
Le considerazioni del consigliere di Stato Norman Gobbi dopo l’approvazione, domenica, di tre progetti aggregativi

“Sicuramente il fatto di raggiungere un Ticino a 100 comuni non era immaginabile”. Sono le parole del consigliere di Stato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni, dopo che domenica i cittadini di nove comuni hanno approvato tre progetti aggregativi (due in Leventina, uno in Malcantone).
Tre progetti che porteranno il numero dei comuni da 106 a – come detto – 100. Un numero che è stato raggiunto soprattutto con un cambiamento della politica, sottolinea ancora Gobbi interpellato dalla RSI: “Si promuovono iniziative che arrivano dal basso: lo abbiamo visto con questa tornata, in cui i progetti sono nati dai comuni interessati e sono stati promossi a livello locale”.
Secondo Gobbi, è necessario far maturare “la consapevolezza che talvolta la dimensione può risolvere alcuni problemi: da un lato in alcuni territori è difficile reclutare persone che si mettano a disposizione di municipi e consigli comunali, dall’altro sul fronte dei servizi vi è la necessità di servire meglio la propria popolazione, il proprio territorio e le proprie aziende”.
Si contano comunque anche realtà – aggiunge ancora il consigliere di Stato – in cui i servizi funzionano. “Credo, quindi, che sia davvero il momento di fare una riflessione, passando dal desiderio alla consapevolezza della necessità o meno di fare questo passo”. Si tratta tuttavia “di un passo nell’interesse della cittadinanza che da parte dell’ente pubblico si attende servizi di qualità ma anche visioni politiche per lo sviluppo del proprio territorio” conclude.

https://www.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Il-Ticino-a-100-comuni-che-%E2%80%9Cnon-era-immaginabile%E2%80%9D–2001018.html